L’inizio dei lavori è la prima vera fase delicata del cantiere. Dopo aver affiancato i propri clienti nella fase progettuale arriva l’ora in cui vengono consegnati gli esecutivi all’impresa che seguirà i lavori ed è quindi necessario sia presente il direttore dei lavori. Questo perchè è sua responsabilità dirigere i lavori del cantiere e trovare soluzioni a quei problemi che possono nascere strada facendo in modo che non venga inficiato il risultato finale.
L’obiettivo principale è fare in modo che lo spazio immaginato e studiato dal designer d’interni o architetto possa diventare reale.
Il compito di noi architetti è quello di recarci quotidianamente in cantiere, seguire da vicino lo svolgersi dei lavori e cercare nuove soluzioni quando necessario magari non pensabili prima. Infatti la produzione dei disegni spesso non si ferma, si ha la necessità di creare degli elaborati per definire più nel dettaglio parti del progetto o modificare in corsa d’opera qualche elemento, niente di strano!
In questa fase si vive lo spazio a 360°, lo si osserva dall’interno e si può decidere dove intervenire per arricchire ulteriormente l’ambiente con materiali o nuovi dettagli.
Non sempre si ha a disposizione un impresa strutturata che mette a disposizione il direttore lavori, pertanto l’architetto si occupa di tutto quanto, diventa l’anello di unione tra tutti gli attori del cantiere, dai muratori agli artigiani, dai posatori agli idraulici fino ad arrivare ai montatori di mobili etc..
Ovviamente bisogna portarsi dietro gli attrezzi del mestiere, io ad esempio In cantiere ho sempre almeno il mio smartphone ed il pc portatile, con il quale posso verificare i disegni, modificarli, prendere note, ricevere e inviare mail, fotografie. Ormai anche WhatsApp è diventato uno strumento per comunicare più velocemente con imprese e clienti, si velocizzano certi passaggi per ottimizzare il risultato.
Io consiglio anche di munirsi di fotocamera, non potrei farne a meno, per documentare e possedere uno storico dello stato di avanzamento del cantiere, soprattutto in fase di smantellamento e ricostruzione delle parti strutturali e di realizzazione degli impianti (idraulici, elettrici, tecnologici…)
Capita anche di dover allestire ed improvvisare un finto arredamento direttamente in cantiere, quando si hanno dei dubbi sugli ingombri o si necessita fare delle modifiche in corso d’opera mi trovo con i miei collaboratori a appendere disegni e progetti sui muri grezzi e improvvisare con scatoloni ingombri di divani e letti!
Il lavoro dell’architetto d’interni è delicato, dobbiamo mettere insieme la teoria del progetto, le esigenze del committente, i bisogni dell’impresa, nonché i tempi di tecnici e fornitori.
Inoltre bisogna affiancare il committente (soprattutto se si trova davanti alla sua prima esperienza) in scelte importanti che andranno a ripercuotersi negli anni a venire condizionando la vita di tutti i giorni. Normalmente il committente non sa quali e quanti sono gli imprevisti che si possono incontrare durante la ristrutturazione di una casa e potrebbe anche innervosirsi o spaventarsi, in questi casi mostrare la propria professionalità ed esperienza è essenziale. Bisogna «tenere aggiornato il cliente sempre e comunque, in modo precisissimo per far loro comprendere che per ogni problematica c’è una soluzione.
Quando c’è sinergia tra architetto d’interni, committente e impresa, il lavoro in cantiere è davvero gratificante ed è possibile realizzare delle vere opere d’arte. Ognuno vive la costruzione come un momento suggestivo dove le forze si uniscono per ottenere il meglio.
Molte imprese investono sulla formazione e grazie a ciò danno vita a dei cantieri molto organizzati ed efficienti , ahimè questo non capita sempre anche perchè la scelta dell’impresa ricade sul committente, che valutando i preventivi si fa allettare dai prezzi convenienti.
Bisognerebbe ricordare cosa diceva John Ruskin «È imprudente pagare troppo, ma peggio ancora pagare troppo poco. La legge comune degli affari nega la possibilità di pagare troppo poco e di ottenere molto».
Il cantiere si può definire come la parte fisica, pratica e corporea del fare architettura. Durante tutta la fase dei lavori gli architetti si trovano a stretto contatto con le imprese, gli artigiani ed i fornitori, ci si sporca, letteralmente, le mani con i materiali e tutti gli elementi edilizi …e ad un architetto che non si sporca le mani mancherà sempre un pezzo. Il cantiere va seguito in tutta la sua interezza, in tutto il suo processo fino alla fine per curarne ogni dettaglio.