Plastic affairs

Si stima che in tutto il mondo vengano utilizzati 1 trilione di sacchetti di plastica monouso. Sono 2 milioni di buste al minuto! Sfortunatamente molte di queste borse trovano la loro strada nell’ambiente naturale dove possono causare problemi alla fauna selvatica.

La plastica non è solo una grande invenzione moderna, è un materiale considerato recente ma che ha per molti versi invece una storia che può essere fatta partire dai tempi più remoti. Sin dall’antichità infatti l’uomo ha utilizzato dei veri e propri “polimeri naturali”, come l’ambra, il guscio di tartaruga o il corno.

Dagli albori del XIX sec., la plastica, si è sviluppata ed evoluta fino a divenire nei giorni nostri, grazie anche alla progressiva affermazione per applicazione tra le più svariate e alla crescita tecnologica, il materiale più utilizzato nell’industria soprattutto degli imballaggi. Così arriviamo alla produzione delle nostre buste di plastica che oggi purtroppo ritroviamo nei nostri mari.

Per tutto il 2018, in diversi Paesi c’è stata una spinta significativa verso il divieto di plastica monouso. Le città e alcune aziende si sono mosse per vietare le cannucce di plastica ,ad esempio, ed hanno aperto negozi di generi alimentari plastic free.

Il 10 agosto, la Nuova Zelanda ha aggiunto la propria voce a coloro che hanno detto “NO” alle materie plastiche monouso.

In una conferenza stampa, il primo ministro della Nuova Zelanda, Jacinda Ardern, ha annunciato il divieto di sacchetti di plastica monouso che entrerà in vigore il prossimo anno.

“Stiamo prendendo provvedimenti significativi per ridurre l’inquinamento plastico, quindi non passiamo questo problema alle generazioni future”, ha detto. 

Si stima che la Nuova Zelanda utilizzi 750 milioni di sacchetti di plastica ogni anno, circa 150 milioni per neozelandese.

I rivenditori di tutto il paese hanno sei mesi per eliminare gradualmente i sacchetti di plastica. La mancata osservanza può comportare multe fino a $ 100.000.

Che cosa ha motivato la decisione di implementare il divieto? Secondo Ardern, l’inquinamento plastico è stato il tema più sentito dai bambini della Nuova Zelanda. Ha fatto eco alle loro preoccupazioni per

“una montagna di borse, molte delle quali finiscono per inquinare i nostri preziosi ambienti costieri e marini e causare gravi danni a tutti i tipi di vita marina”.

La Nuova Zelanda non è il primo paese a vietare i sacchetti di plastica. Il Bangladesh ha vietato i sacchetti di plastica monouso nel 2002 e da allora, altri 13 paesi hanno seguito l’esempio. La Nuova Zelanda porta quel numero a 15.

Quest’anno i temi di “Plastica e Riciclo” hanno aperto la Design week milanese dedicata al “senso del design” presso Casa Corriere con un workshop dal titolo: “Industria, estetica, design, sfida ambientale: il valore sociale della plastica”. 

Design ed eco design, soprattutto oggi, devono farsi carico delle possibili trasformazioni che gli imballaggi in plastica raccolti in modo differenziato e riciclati possono esprimere. Per produrre nuova economia e tutelare l’ambiente, la sostenibilità e dunque la riciclabilità, devono diventare variabili centrali della progettazione di imprese e aziende per permettere un riciclo di qualità.

Il ciclo di vita della plastica, integrata dalla filiera del riciclo e reimpiegata, diventa motore della nuova economia circolare che consente di emancipare la plastica attraverso la plastica.

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opera dello StudioKCA per la Triennale di Bruges, realizzata con 5 tonnellate di oggetti in plastica recuperati dalle acque del Pacifico

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