La Casa Museo con 165 Opere d’Arte in 118mq

Da appassionata d’arte non potevo non dedicare un articolo a questa meravigliosa casa francese che ospita al suo interno una collezione di 165 opere d’arte.

Ci troviamo nel Nord della Francia, nei pressi di Lille, a La Madeleine, a casa di Jean Luc e Fredrik, dove cultura italiana, grandeur francese e apparente compostezza svedese convivono tutti sotto lo steso tetto.

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I proprietari sono collezionisti d’arte per passione, il loro intento nel ristrutturare ed arredare il proprio appartamento è stato quello di trovare un equilibrio ed un’armonia tra gli spazi, le tante opere d’arte ed i loro differenti stili, ma senza dimenticare la loro quotidianità domestica, rivolta ad accogliere e condividere la bellezza con amici e altri appassionati.

Sono i perfetti anfitrioni di una casa che potrebbe a prima vista ‘soverchiare’ chi vi entra, in 118 m² convivono in armonia circa 165 opere e oggetti (o, come Jean Luc e Frederik preferiscono definirli: soggetti) d’arte, i due proprietari e i molti amici che amano spesso invitare a casa.

«Abbiamo acquistato questo appartamento vedendolo solo in foto, quando ancora lavoravo a Roma»

racconta Jean Luc.

«Era dipinto interamente di bianco e c’erano porte ovunque. Tutt’altro che barocco, ma presentava un vero potenziale. Dovevamo fare un’offerta veloce per l’acquisto, mio marito viveva ancora a Stoccolma e cercavamo un posto in Francia dove vivere e lavorare, e soprattutto… in cui appendere i nostri quadri. Quindi l’abbiamo comprata.
Quando l’abbiamo vista la prima volta, abbiamo capito che si dovevano ampliare i volumi senza snaturare la struttura originaria».

Per raggiungere l’obiettivo, Paolo Colucci, decoratore italiano, ha consigliato di togliere alcune porte e nasconderne altre dietro i quadri. Una di queste porte era all’entrata, nascosta adesso dal grande quadro che rappresenta il ragazzo con la tenuta da liceale, e un’altra nel salone con il grande mobile di ebano, nascosta dietro il ritratto di Eleonora di Prussia.

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In sala da pranzo ne hanno sostituita una con uno specchio per dare l’illusione della continuità. Tra i due saloni originariamente era presente un tramezzo composto di porte a vetro, di cui hanno conservato le parti superiori.

«L’appartamento è stato concepito come un piccolo teatro con il suo corridoio laterale che conduce ai saloni»

Entrando nell’appartamento ci si trova di fronte al primo salone e, sulla propria sinistra, si inaugura il lungo corridoio che attraversa la casa intera. Ai suoi lati si trovano gli altri saloni, la cucina, le camere da letto, la camera da bagno.
I colori scelti per le pareti di tutte le stanze sono a base di pigmenti naturali, cambiano a seconda della luci e il risultato negli spazi è all’altezza di uno spazio espositivo.

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«La nostra sfida era quella di accogliere tutte queste opere d’arte e oggetti senza correre il rischio di trasformare la nostra casa in un negozio di antiquariato. Si trattava anche di riunire circa 165 opere di periodi diversi e permettere loro di vivere insieme senza sovrapporsi l’una sull’altra. Tutti i nostri amici ci dicevano che eravamo matti!»

Anche per la scelta dell’illuminazione Jean Luc e Fredrik si sono ispirati ai palazzi romani. Hanno progettato insieme il sistema di illuminazione che è costituito da Led posti sui mobili, gli specchi, il pavimento.
Questo crea delle isole di luce che rinforzano il senso di intimità degli spazi.

La parte colorata dei muri, dunque, arriva fino a 40 cm, a volte 10 cm, dal soffitto. Questo permette di giocare con i volumi e crea un senso di altezza.

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In questa stanza campeggiano quadri del Seicento italiano e, sulla sinistra, un ritratto della sorella di Federico di Prussia. Dietro il quadro Jean Luc e Fredrik hanno trovato, nascosta, una lettera che parlava della modella.

L’armadio, olandese del Seicento, è il ‘fratello’ di un armadio esposto in un museo di Amsterdam. In ebano ed amaranto, pesa circa 480 chili. L’ebano era, all’epoca, prezioso quasi quanto l’oro. Un armadio del genere rappresentava una vera fortuna, un po’ come una riserva di lingotti d’oro.

L’appartamento e il suo stile sono stati concepiti a partire dalle opere d’arte e dagli oggetti, e deve adattarsi ai vari stili, dall’Astrattismo italiano, al Barocco napoletano, allo Swedish Grace (stile architettonico svedese degli anni Venti), al Classicismo francese.

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La sala da pranzo ospita quadri italiani, francesi e dei Paesi Bassi del Seicento.
La tavola, realizzata nel 1924, è stata progettata da Axel Heinar Hjort, padre del funzionalismo svedese (a cui anche Le Corbusier si è molto ispirato).

Lo specchio, all’interno della sala da pranzo, è stato inserito nello spazio adibito a porta prima della ristrutturazione; dà una percezione di profondità e moltiplica i volumi sia della sala da pranzo che del salotto.

Davanti al secondo salone, a metà corridoio, c’è la cucina.
Poiché Jean Luc e Fredrik amano ricevere amici e appassionati d’arte, la cucina risponde ad un’esigenza di funzionalità.

Anche quella culinaria è un’arte, come lo è quella del ricevere, e in questo spazio preparano personalmente e con amore manicaretti e pietanze. La cucina rappresenta per Fredrik e Jean Luc anche uno spazio in cui rilassarsi, ‘incrociarsi’ per preparare un tè o un caffè nelle pause della quotidianità, e parlare.

Il sistema di illuminazione della cucina segue il concept della casa. I Led posizionati sul battiscopa e sopra i mobili donano un effetto di grandi volumi ed allo stesso tempo di intimità.

Nella stanza da bagno, i tasselli del mosaico sono stati posati uno ad uno direttamente sulla parete, per non dare una sensazione di monotonia nel risultato finale. Infatti, i piccoli dislivelli creati dall’averli posati singolarmente danno un effetto di dinamicità visiva e di luce. Il decoro è stato disegnato da Fredrik.

«Abbiamo installato nei muri un sistema audio e dei Led colorati per dare più personalità all’ambiente. Si sta talmente bene che spesso mi addormento e mi ritrovo con le riviste nell’acqua!».

La dressing room, in fondo al corridoio, prima della camera da letto, è stata concepita come la cabina notte di un treno ed è stata realizzata su misura da un falegname.
Il quadro (scuola svedese, 1860), rappresenta il paesaggio che si potrebbe vedere dal finestrino di un treno in corsa.

Il posizionamento delle luci e dei Led, sull’armadio e sui mobili, dona anche in questa stanza un volume ed una dinamicità difficili da riprodursi in una stanza con mobili neri.

Nella camera da letto, l’ultima, in fondo al lungo corridoio, Jean Luc e Fredrik hanno scelto come tema dei quadri l’acqua. Questa stanza riproduce un’atmosfera squisitamente scandinava. Non solo per la scelta del tema dei quadri esposti. È in effetti lo spazio più rilassante, ‘discreto’ e intimo della casa.
Il minimalismo dell’arredamento, la luce che invade la stanza rimbalzando sulle pareti dalle tonalità chiare, costituiscono un notevole contrasto con la tensione artistica e a tratti ‘drammatica’ che percorre tutta la casa.

Ritornando verso l’uscita attraverso il corridoio, si nota quanto sia questo trionfo di arte ed oggetti del passato a rendere queste stanze e questi corridoi così dinamici, fluidi, tutt’altro che statici.

Jean Luc conclude:

«Tra non molto lasceremo questo appartamento per un altro progetto un po’ folle.
Abiteremo nell’antico palazzo episcopale di una meravigliosa città storica nel Nord della Francia. Niente vi è cambiato dal 1840».

Ma questa è ancora un’altra storia…


Superficie: 118 m² suddivisi in un salone, un soggiorno, una sala da pranzo e cucina, una camera da letto, un guardaroba, un bagno e una sala da bagno.
Anno di costruzione: 1925
Anno di ristrutturazione: dal 2011 al 2015
Costo ristrutturazione: circa 35.000 €


 

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