
Superbonus protagonista ancora per il 2022 e, nei condomìni, anche per il 2023. Non si tratta però solo di super ecobonus e super sismabonus. Gli sconti fiscali coprono ormai tutte le possibilità di miglioramento della vita immobiliare degli italiani: ristrutturare, mantenere in buono stato, risparmiare energia, rendere la casa più sicura e più bella.
Il 2022 si presenta quindi come un’altra occasione per sfruttare le occasioni fiscali, ma alcuni cambiamenti sono all’orizzonte, in primis la riduzione progressiva delle percentuali di detrazione, che dal 110% arriveranno progressivamente al 65%. Da un lato condomìni e immobili da due a quattro unità anche di proprietario unico, dall’altro le unità autonome come villette e Loft indipendenti.
Vediamo i vari casi. Il primo intervento riguarda le unità autonome (villette, case indipendenti, Loft indipendenti…), per loro infatti salta l’ipotesi di imporre vincoli specifici e si semplifica già dal 1°gennaio: per gli interventi effettuati da persone fisiche su queste unità, il 110% potrà essere richiesto per le spese effettuate per tutto il 2022, a condizione che, entro il 30 giugno, siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo. Questa percentuale va commisurata «all’intervento complessivamente considerato» e non solo alla parte di spese agevolate. Queste scadenza, stando alle regole attuali, diventano decisive per chi voglia intervenire su queste unità. Tra 12 mesi, infatti, saranno completamente escluse dal superbonus e potranno contare solo sulle altre agevolazioni.
Per quanto riguarda il Bonus facciate , la scadenza del 31 dicembre prossimo diventa una data ancora più decisiva, il Governo infatti ha messo in calendario un altro taglio, proprio il bonus facciate. A partire dal 1° gennaio 2022 lo sconto, nato per il restauro e il recupero delle facciate esterne degli edifici è già passato dal 90% al 60%, c’è stata infatti la corsa a completare i pagamenti, anche in anticipo, ma comunque in tempo per congelare l’aliquota più vantaggiosa. Dal 1° gennaio del 2023, dopo un anno al 60%, questa detrazione è destinata a saltare del tutto e tornando al superbonus, dalla stessa data il 110% diventerà appannaggio esclusivo degli interventi realizzati nei condomìni e negli immobili da due a quattro unità, anche se posseduti da un proprietario unico.
Cosa succederà dopo? Dal 1° gennaio del 2024 si passerà al 70%, per poi scendere fino al 65% del 2025. Si passerà, così, a percentuali di detrazione molto differenti da quelle alle quali siamo stati abituati in questi ultimi anni.
Ecobonus e Bonus mobili , qual’è il loro destino?
Oltre al superbonus del 110%, prorogato in generale fino al 31 dicembre 2023 (70% nel 2024 e 65% nel 2025), la legge di Bilancio 2022 ha prorogato fino alla fine del 2024 il bonus casa del 50%, il sismabonus del 50-70-75- 80-85%, il bonus mobili del 50%, il bonus giardini del 36% e l’ecobonus del 50-65-70-75-80-85%, oltre che per il 2022 il bonus facciate al 60% (non al 90%).
In particolare, fino al 31 dicembre 2024 sono ancora applicabili le detrazioni Irpef e/o Ires su:
– interventi di recupero del patrimonio edilizio, che prevede la detrazione Irpef del 50% (cosiddetto bonus casa, che dal 2025 poi, potrebbe tornare al 36% a regime), da ripartire in dieci anni, con un limite di spesa di 96mila euro per unità immobiliare;
– interventi antisismici, sulle costruzioni adibite ad abitazione o ad attività produttive, ubicate nelle zone sismiche 1, 2 e 3, con una detrazione Irpef o Ires del 50-70-75-80- 85%, da ripartire in cinque anni, con un limite massimo di spesa di 96mila euro per unità immobiliare;
– acquisto dei mobili e grandi elettrodomestici, finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di uno degli interventi «trainanti» di «recupero del patrimonio edilizio», iniziati nell’anno dell’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici o in quello precedente (ma prima del pagamento dei mobili e degli elettrodomestici), per il quale spetta la detrazione Irpef del 50%, con un limite di spesa che è diminuito rispetto al 2021 da 16mila a 10mila euro per il 2022 e a 5mila euro per il 2023 e 2024;
– «sistemazione a verde» di aree scoperte private di edifici esistenti, di unità immobiliari, di pertinenze o recinzioni, di impianti di irrigazione e sulla realizzazione di pozzi, oltre che di «coperture a verde e di giardini pensili», relativamente ad «unità immobiliari ad uso abitativo», per le quali spetta la detrazione Irpef del 36%, fino a un limite di spesa di 5mila euro;
– interventi di risparmio energetico «qualificato», per i quali spetta una detrazione Irpef o Ires del 50-65-70-75-80-85%, da ripartire in dieci anni.
È stato prorogato fino al 31 dicembre 2022 il bonus facciate («recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti ubicati» in zona A o in zona B, inclusa la «sola pulitura o tinteggiatura esterna»), per il quali spettava la detrazione dall’Irpef e dall’Ires lorda del 90% nel 2020 e nel 2021 e spetterà del 60% nel 2022, da ripartire in dieci quote annuali. Il bonus colonnine ordinario, la cui detrazione era pari al 50%, è rimasto oggi in vigore solo se trainato al 110% dal superecobonus.
La legge di Bilancio 2022, poi, ha introdotto, solo per il 2022, una nuova detrazione Irpef e Ires del 75% sugli interventi necessari per il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche degli edifici esistenti.
Sono state prorogate fino al 2024, poi, anche le opzioni di cessione e di sconto in fattura già previste lo scorso anno per i bonus non del 110%, ai quali si sono aggiunte le opzioni per trasferire i crediti generati della nuova detrazione del 75% per l’eliminazione delle barriere architettoniche e il bonus box acquisti.